L'arrivo.
Il treno attraversava l'ampio fondo valle dell'Isarco con il suo monotono sferragliare. In lontananza le luci dei piccoli paesi adagiati ai piedi della montagna erano appena visibili nell'aria grigia invernale. Alla stazione di Brixen il vocìo della gente interrotto da qualche fischio del capostazione sostituiva il rumore di fondo delle rotaie confermandoci che eravamo giunti a destinazione. Uno zaino in spalla, uno nella mano sinistra e la sciabola in quella destra ci incamminiamo verso un taxi per superare gli ultimi chilometri fino all'infrastruttura. A qualche centinaio di metri dalla nostra meta siamo però costretti a proseguire a piedi perché la strada innevata non permette al taxi di avanzare. Con il nostro bagaglio iniziamo a percorrere l'ultimo tratto quando, in lontananza, qualcuno ci grida: "Siete i nuovi tenenti?" ed inizia a ridere tanto da non permetterci neanche di iniziare un dialogo. Scopriremo più tardi che si trattava di un nostro collega, del corso precedente, con uno spiccato senso dell'umorismo.


Le immagini.
Tre mesi di neve. Un metro circa all'interno dell'infrastruttura. Gelidi picchetti notturni e gelide esercitazioni campali in tenda. Guardia montante con due maglie di lana, giacca a vento, cappotto militare stile seconda guerra, doppi guanti, doppi calzettoni e passamontagna sotto il berretto di ordinanza. Ma fa freddo lo stesso. Durante un picchetto il termometro segna -27°C.
E' il tempo di lunghe partite a scacchi con il vice comandante al circolo ufficiali mentre il tenente medico, teorico del tressette, riesce a fare un cazziatone anche ad un semplice osservatore della sua partita, oltre che al suo compagno. Gli abeti che si intravedono dalla finestra sono carichi di neve.
Quando arriva la primavera il paesaggio cambia completamente. Cielo azzurro, prati fioriti, una folla multicolore in città e una auto gialla di qualcuno in cerca di funghi che spicca in lontananza, tra il verde degli alberi che ricoprono la montagna.
Un maresciallo è sull'attenti nel piazzale perché preso di sorpresa dall'arrivo del comandante di Brigata, con il suo basco esageratamente piatto e largo. Il ritorno dall'ultimo campo, con la mimetica ancora intrisa di erba e sudore, finisce davanti ad un tavolo del bar Elvas già popolato di turisti arrivati con la bella stagione. Si parla e si racconta … ancora pochi mesi e tutto sarà finito, ognuno ai suoi precedenti impegni, ma non senza lasciare infiniti ricordi.